Sono giornalista pubblicista e mi occupo di ricerca storica, con particolare interesse per la cultura e le tradizioni della Maremma. Laureata in Scienze Politiche e in Storia Moderna, ho completato il corso quadriennale dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose e proseguo gli studi teologici. Comunicatrice ambientale dal 1998, ho partecipato alla pubblicazione di guide turistiche della provincia di Grosseto. Collaboro con il mensile Maremma Magazine, un periodico di informazioni turistiche e culturali, e dirigo Val d' Orcia Terra d’eccellenza, una rivista che si occupa di arte, cultura e benessere nella valle senese patrimonio dell’UNESCO. Ho curato i testi dell’opuscolo informativo -Un Ministero per l'Ambiente- del Ministero dell'Ambiente.

“Coppa Pierazzi”, ottant' anni fa la prima corsa automobilistica della Maremma

 di Maria Grazia Lenni


Nell’ottantesimo anniversario della “Coppa Pierazzi” gara nazionale di automobili che, come recita la copertina, fu “la prima corsa automobilistica della Maremma”, indetta nel 1929, l’ACI Automobile Club di Grosseto che allora organizzò la corsa ha promosso la realizzazione di un piccolo ma prezioso volume che possiede un indubbio valore storico e culturale anche per chi non mastica molto di… questioni motoristiche. 
Una vera chicca per gli appassionati del genere.


Nel dicembre 2009, con il patrocinio dell’Automobile Club Grosseto, è uscito un piccolo ma prezioso volume dal titolo “Coppa Pierazzi 1929-1930-1931”, stampato dalle Grafiche Vieri di Roccastrada e curato da Daniele Cantini, “uno dei massimi esperti italiani di pubblicazioni dedicate all’automobilismo sportivo”, come afferma l’avvocato Maurizio Andreini, Presidente del Club grossetano, nella presentazione del’opera. La pubblicazione è stata realizzata per ricordare l’ottantesimo anniversario della gara nazionale di automobili che, come recita la copertina, fu “la prima corsa automobilistica della Maremma”, indetta nel 1929 dall’allora giovanissimo Automobile Club di Grosseto “in unione alla Federazione Provinciale Fascista”. La competizione, che si svolse su un percorso che dal Ponte sul Majano arriva a Scansano, per un totale di ventuno chilometri, prese il nome dal gerarca che la promosse, Ferdinando Pierazzi, “che l’ha voluta e per la quale ha dato tutta la sua passione di sportivo”, il quale volle legarla ai festeggiamenti per l’anniversario della marcia su Roma. Come viene evidenziato nella nota introduttiva, la prima edizione, ma solo quella, si svolse di lunedì, per rispettare le “esigenze superiori” di farla cadere esattamente il 28 ottobre, data della marcia su Roma, senza badare al fatto che durante un giorno di lavoro aumentano le difficoltà e i rischi, motivo per il quale le gare venivano di norma indette in giorni festivi. È pur vero che all’epoca il traffico non rappresentava un problema, ma lo svolgimento di una gara ad alta velocità lungo le strade comunemente percorse da mezzi di trasporto, per lo più a trazione animale, costituiva comunque un pericolo, sia per i piloti che per gli spettatori, che si disponevano a proprio piacimento lungo il tracciato, in postazioni non sempre idonee, spesso anche in prossimità di curve, e prive di alcuna protezione. Senza contare che la provinciale Grosseto-Scansano-Roccalbegna, era “già abbondantemente imbrecciata come ogni altra strada maestra” e per di più “senza minimamente vi fosse passata sopra una macchina con rullo compressore”, cosa che rendeva senza dubbio più ardue le manovre. Per l’occasione furono messe all’opera molte squadre di operai, che lavorarono alacremente per apportare le numerose modifiche necessarie per migliorare la sicurezza delle strade. Come si legge sulla locandina “tutte le curve sono state sistemate: le siepi lungo le strade tagliate in modo che la visibilità è tale da permettere le più grandi velocità. La Commissione Tecnica, gli Ingegneri della Azienda Autonoma Statale della Strada (futura ANAS), unitamente al Colonnello dei Reali Carabinieri e dal [sic] Vice Questore, hanno collaudato la strada dichiarando che essa è adattissima alla importante Corsa Automobilistica”. L’impegno profuso dai molti abili tecnici impegnati nei lavori di assestamento non bastò a evitare incidenti mortali, come il ribaltamento dell’auto che nella gara del 1931 costò la vita al meccanico Orlandini, o quel “fatale infortunio” di cui l’anno precedente fu vittima il tenente di Vascello Conte Giacomo Leopardi (omonimo e discendente del poeta recanatese) la cui scomparsa, avvenuta durante le prove della corsa, è testimoniata da un cippo posto ad Istia, in prossimità del ponte sull’Ombrone. La competizione, comunque, non tradì le aspettative della prima ora, e si manifestò subito “come una disputa sportiva del più alto interesse, sia per la preparazione accurata, sia infine per il numero e la qualità dei concorrenti”. A sottolineare il livello raggiunto dalla “Coppa Pierazzi” basterà qui ricordare che in seguito si iscrissero partecipanti del calibro di Nuvolari, Borzacchini, Pastore e Maserati, oltre naturalmente al “simpatico asso fiorentino” Clemente Biondetti, un vero campione, che vinse tutte e tre le edizioni e non mancò di farsi onore anche nella più famosa gara delle “Mille Miglia”. Questo libriccino, che rappresenta la prima “incursione” dell’ACI di Grosseto nella storia dell’automobilismo italiano e toscano, è una vera chicca per gli appassionati del genere, ma possiede un indubbio valore storico e culturale anche per chi non mastica molto di… questioni motoristiche. Raccoglie infatti i coloriti racconti di corridori e di testimoni ed è arricchito da articoli estratti da periodici locali dell’epoca e dall’Archivio R.A.C.I. (il nome che l’Automobile Club Italiano assunse all’atto della sua istituzione nel 1927). Così le pagine scorrono veloci e piacevoli, tra una consistente quantità di informazioni interessanti e l’ingenuità di qualche frase retorica, tipico prodotto della cultura del ventennio. Nel volume sono inseriti anche alcuni annunci pubblicitari, che forniscono “un interessante elenco dei garages-officine e dei meccanici operanti all’epoca nella nostra provincia per fornire un realistico «spaccato» di quegli anni”, e molte belle foto, che restano a testimoniare la felice intuizione di Pierazzi, “che ha dato la prima impronta «corsaiola» alle nostre belle strade” realizzando una manifestazione che, anche se per un breve periodo, ha contribuito a dare lustro alla Maremma, al suo ingegno e alla sua storia.

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