È appena uscito “La Mappa delle Storie e delle Leggende. Maremma Segreta”. L’autore è Piergiorgio Zotti, coordinatore dell’Archivio delle tradizioni popolari della Maremma grossetana, mentre Massimiliano Longo ha realizzato le illustrazioni, con “disegni dal racconto di Piergiorgio Zotti e dai testi di Roberto Ferretti”.
Il volume, che fa parte della collana “Microcosmi”, già nel suo titolo promette di entrare in un mondo misterioso, appena offuscato da un leggero velo di polvere che basta un soffio ed ecco svelarsi l’incanto. “Con questa mappa si aprono gli armadi che Roberto, Gregorio ed io chiudemmo intorno al 1976”.
Sembra l’inizio di una favola. E in fondo lo è.
È la favola di tre amici, Roberto Ferretti, Gregorio Rossi e Piergiorgio Zotti, che nei primi anni settanta, si fecero promotori della Mostra itinerante “Maremma segreta”.
In quegli anni il mondo culturale e sociale si dirigeva a velocità vorticosa verso quello strano mostro a due teste che si chiama “globalizzazione”e che già allora era gravemente indiziato di rubare, senza più restituirlo, tutto lo sterminato patrimonio di piccole storie delle piccole città di provincia e delle campagne, custodito nei ricordi di pochi vecchi nonni, unici depositari di una memoria che si avvicinava pericolosamente sull’orlo di quel pericoloso precipizio che sprofonda nell’oblio.
Così la mostra fu un’iniziativa che, come sottolinea Paolo Nardini nel capitolo di apertura che ne ripercorre le origini, «intendeva avviare un’operazione didattica sulle leggende e sul patrimonio di tradizione orale del territorio, oltre a sollecitare le coscienze nei riguardi di una ricchezza artistica e storica che si andava disgregando sotto i colpi della modernità».
Maremma Segreta, scrive ancora Nardini, «progettata e realizzata nell’estate del 1972, si componeva delle fotografie di Rossi e di Zotti, e delle tavole grafiche di Roberto Ferretti, e venne allestita prima nelle periferie della provincia, poi nel capoluogo».
Mentre le foto illustravano aspetti artistici e storici poco noti, le tavole, ideate e realizzate da Ferretti, riproponevano « una Maremma tra storia, mito e cronaca stagionale».
Di lì a pochi anni, precisamente nel 1979, sulle suggestioni della Mostra “Maremma Segreta” sarebbe nato l’Archivio delle tradizioni popolari della Maremma grossetana.
Ma questa raccolta nasce da una doppia radice, infatti oltre a Maremma segreta ha un altro punto di origine, che si trova «nella mostra realizzata la prima volta nel 2001 al cassero delle mura di Grosseto, dal titolo L’invenzione della Maremma, anch’essa ideata da Piergiorgio Zotti insieme a Valerio Fusi».
La veste grafica è decisamente accattivante. I disegni , opera (e che opera!) dell’artista veneziano Massimiliano Longo, sono delicati e incisivi a un tempo, e a guardarli ci si sente trasportare in un luogo a parte, inesplorato e affascinante.
Il volume è idealmente suddiviso in due Mappe distinte, quella esterna, composta da trentotto “storie” e quella interna, con poco più di cento racconti, ma contiene una vera mappa, di quelle belle, da spostare tutti i libri e spiegarla sul tavolo, e poi andare lì con l’occhio indagatore e perdersi nelle immagini e nei colori.
Queste mappe uniscono le linee infinite che passano attraverso storia e leggenda, tra fantasia e realtà e si intersecano e confluiscono in quella che chiamiamo tradizione, cultura e mito.
Sulla quarta di copertina si legge che con la mappa “si realizza il desiderio di un gruppo di amici e di quanti li hanno seguiti sul sentiero innamorato di Maremma” e che la pubblicazione di “Maremma segreta” è… “un sogno privato che si apre al mondo e… che promette, celandoli ancor di più, di svelarne gli arcani”.
Sarebbe piacevole proporre almeno alcune delle storie delle mappe, ma.. . attenzione, si sta parlando di misteri e se si svelano, che misteri sono? Questo è un piacere che ogni lettore ha il diritto di scoprire da sé, sfogliando pagina dopo pagina questo piccolo, grande libro e assaporando il profumo dei ricordi che riaffiorano dalla memoria. Ricordi di racconti sentiti da bambini, storie d’amore e di paura, popolate di mostri e streghe e lupi mannari, che per rassicurarci ci dicevano che erano inventate. Ma poi tornavano nei sogni. E noi, sotto sotto, ci credevamo davvero.
Pubblicato su Maremma Magazine
Copyright Maremma Magazine