“La laguna dei mulini” è il quinto romanzo di Adriano Poletto. Milanese di nascita, Poletto si è trasferito durante l’infanzia in Toscana, precisamente a Livorno, per poi approdare nel 1961 a Grosseto, dove tuttora vive e lavora.
L’opera, data alle stampe nel 2005, è stata pubblicata da ExCogita, la casa editrice che, come si legge nel risvolto di copertina del libro, “si propone di dare voce a molti di coloro che non trovano spazio nella grande editoria (e spesso neppure nella piccola), a molti narratori, poeti e saggisti che altrimenti sarebbero condannati al silenzio del cassetto o, peggio, del cestino.”
Ambientato nella Maremma tra la fine del XVII e la prima metà del XVIII secolo, racconta una affascinante storia che vede protagonista Orbetello, “antica capitale dei Presidios di Spagna”, entrata a far parte dei Presidi imperiali nel 1707dopo la sua conquista da parte degli Asburgo, e ora posta sotto assedio dalle truppe spagnole di Filippo V che la vuole riconquistare.
La città era stremata. La determinazione e la potenza degli assedianti avevano ottenuto gli effetti auspicati: molte abitazioni, sottoposte a continui cannoneggiamenti, erano ridotte a cumuli di macerie polverose, qualunque tentativo di opporre una efficace forma di resistenza poteva considerarsi improponibile, ogni speranza era svanita. La popolazione, denutrita e demoralizzata, era ormai al limite della sopportazione e già alcuni, provati dai morsi della fame, che difficilmente avrebbero potuto essere attenuati, data la scarsa consistenza delle provviste disponibili, erano passati al nemico.
Il generale imperiale, rendendosi conto che la situazione non lasciava adito a una soluzione positiva per l’esercito austriaco e soprattutto per salvare ciò che restava ancora in piedi della città, oltre che per risparmiare la vita degli incolpevoli abitanti, decide di arrendersi e di consegnare Orbetello agli Spagnoli.
Gli avvenimenti, che si dipanano in un rapido susseguirsi nel corso della narrazione, sono una puntuale ricostruzione dei fatti realmente accaduti nello Stato dei Presidi, durante il periodo descritto, mentre per i protagonisti questo è vero solo in parte. Infatti, intorno alle vicende di questo lungo e snervante assedio e alle dolorose scelte, che il difficile momento obbligava a compiere, ruotano personaggi anch’essi autentici, che l’autore ha tratto dalla storia della comunità orbetellana, i quali però, come lui stesso dichiara, sono animati da una serie di “vicissitudini interiori” tutte autenticamente… inventate.
Questo lavoro di fantasia “ritocca” in qualche modo i loro lineamenti, che rischiano di uscire vagamente appiattiti dai documenti, e conferisce un tratto umanizzato a tutte quelle figure i cui nomi e titoli nobiliari altisonanti, potrebbero allontanarli dal lettore. Questo ha portato ad un arricchimento e a una maggiore speditezza del racconto che scorre via veloce, seppure in una complessa cornice storica.
Il risultato è un romanzo decisamente gradevole, sostenuto da un buon intreccio narrativo e da un ritmo incalzante, che pagina dopo pagina apre le porte di un mondo lontano… non molto distante da casa.
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